Operazione salvataggio
Restringendo il campo alla provincia di Ferrara, fra i nuovi “poli” spicca quello nato proprio dalla fusione del “Carducci” con altre tre realtà; un’operazione che appare l’unico strumento in grado di salvare, di diritto e di fatto, un ex Istituto per il quale i grandi numeri e gli spazi insufficienti sembrano ricordi di secoli prima.
Un ulteriore elemento che rischia di mettere totalmente in ombra il vecchio e ormai smilzo “Carducci” è l’autorizzazione concessa nel 1997 al Liceo “Ariosto” ad attivare un corso di Liceo socio–psico-pedagogico. In città corre la voce, non troppo infondata, che due galli in un pollaio difficilmente potranno coesistere, e quellodestinato a soccombere sarà inesorabilmente il pollo magro... Trasformazioni così rapide e profonde vengono assimilate con una certa lentezza dalla società, dato che, ancora oggi, per molti la scuola di via Canapa rimane “il Magistrale”.
L’accorpamento, a quanto sembra, è dettato dall’esigenza di salvare sia il “Carducci” sia l’Istituto d’arte “Dosso Dossi”, due realtà che la città non vuole sacrificare all’impietosa logica dei “poli” scolastici, tenendo presente che il “Dosso” nasce come scuola civica e continua a comprendere personale facente capo al Comune; prezioso in questo senso è il lavoro di Luisa Molino, dirigente nell’anno scolastico 2000-2001, che scrive la complessa convenzione con il Comune di Ferrara per la statalizzazione dell’Istituto d’arte.
Nell’operazione salvataggio rientrano anche le due scuole dirimpettaie di Bondeno, ex succursali di due istituti superiori cittadini (“Einaudi” e “Roiti”) dai quali vengono scorporate, non senza suscitare dubbi, riserve e malumori nella comunità matildea e all’interno delle stesse scuole. Siamo sempre nell’anno scolastico 2000-2001.
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