Per magnanimità della Commissione influenzata dal momento ...
L’istituto magistrale continuò, come quasi tutte le scuole ferraresi, a funzionare per tutto il periodo bellico; nell’anno scolastico 1940-41 e ancora sino all’estate 1943, nella scuola sembrava davvero tutto normale, ad esempio il 14 ottobre 1941 il preside facente funzione, Claudio Varese, informava il provveditore che il giorno prima tutte le cattedre erano state coperte e tutti gli insegnanti, titolari e supplenti, avevano preso regolarmente servizio, certo si trattava già di un anno scolastico problematico, infatti alcuni giorni dopo, una circolare del provveditore disponeva che con decorrenza dal 1 novembre le lezioni nelle scuole di ogni ordine avessero inizio alle ore 9 e nelle scuole di ordine medio e superiore la durata delle lezioni fosse di tre quarti d’ora anziché di un’ora e tutto questo per la necessità di risparmiare sul combustibile; nell’anno successivo il Ministero stabiliva che le lezioni restassero sospese dal 20 dicembre al 15 febbraio, due mesi durante i quali si potevano riscaldare solo gli uffici. Dal luglio ’43 tutto cambiò, il nuovo ministro Biggini, che aveva sostituito fin dal febbraio il ministro Bottai, fu travolto dalla caduta del Duce e fu sostituito dal ministro Severi, il quale non fece in tempo a dare indicazioni precise quando il Ministero dell’Educazione Nazionale della Repubblica di Salò, trasferitosi a Padova, comunicò che doveva essere eliminata in ogni citazione la parola “regio” o “regia”, ecco che il “Regio Istituto Magistrale” divenne il “Liceo Magistrale Governativo”; questa è la denominazione che troviamo nel verbale di consegna della presidenza da parte del preside facente funzione Varese al nuovo preside titolare Giuseppe de Manincor, avvenuta il 23 novembre 1944.
A tale data sembrava dunque che tutto si potesse svolgere regolarmente, tanto che un preside titolare prendeva in consegna i fondi della cassa scolastica che risultavano ammontare, da bilancio, a £ 25578,50, nonché il materiale didattico, le biblioteche di classe, i laboratori di falegnameria e di lavoro femminile, eppure il 29 dicembre 1943 ed il 28 gennaio 1944 la città era stata sconvolta da due terribili bombardamenti, che avevano colpito il centro, causando molte vittime; l’anno scolastico 1943-44 era iniziato un po’ in ritardo, l’8 novembre e, “previ accordi con il competente comando germanico, le scuole superiori avevano assunto un ritmo che, sotto ogni riguardo, poteva considerarsi soddisfacente e normale e funzionavano con unico turno dalle ore 9 alle ore 11,45”.
Il precipitare degli eventi bellici aveva messo tuttavia a dura prova le scuole ferraresi e nel luglio 1944 il provveditore, seriamente preoccupato della situazione edilizia, scriveva all’ingegnere capo del Genio Civile per elencare gli edifici danneggiati e ben cinque istituti superiori erano stati “duramente provati dalla furia devastatrice dei bombardamenti aerei” 40 ; tra quelli elencati figurava anche l’istituto magistrale di via Romei. Da una successiva circolare del 10 agosto ’44 apprendiamo che l’istituto magistrale era ancora in attesa che fosse sgomberato il materiale ammassato vicino al giardino d’infanzia, quindi l’anno scolastico si era concluso in un clima precario e caotico, comunque gli insegnanti avevano, sia pur nella estrema difficoltà del momento, continuato a svolgere il loro lavoro; i drammatici accadimenti esterni sembravano tuttavia produrre nel corpo docente una notevole generosità, come si può dedurre dal Verbale degli esami di ammissione sessione estiva , redatto su un foglio comune e con mezzi di fortuna (è scritto con una matita blu, alternata ad un penna ad inchiostro). In esso si legge di numerosi alunni, aiutati in varie discipline, anche portando dei voti dal 4 al 6; queste alcune interessanti motivazioni: “perché militare, aiutato in cultura militare perché è del mestiere, per magnanimità del Preside, per agevolare un povero ignorante, perché militare del ’21 in licenza e in convalescenza, per magnanimità della Commissione influenzata dal momento, perché mutilato di guerra, perché figlio di un combattente e appartiene alla classe del ’25, perché dimostra una certa lontana maturità, perché dice di essere stata ammalata, perché sfollata, dati i tempi, perché ha l’onore di appartenere: alla classe 1925 e al sesso maschile, per sentimenti di umanità”.
L’unica ad essere rimandata fu una certa V. Serafina in educazione fisica “perché ha pubblicamente disdegnato il valore di questa materia ed insolente con l’insegnante”. Una commissione che sembrava essere in linea con gli intendimenti del provveditore Borzellino che, sempre nell’estate del 1944, rivolgendosi ai presidi, scriveva: “Ritengo di non aver bisogno di ricordare a Voi, Uomini della Scuola, che è tempo di costruire e non è tempo di parole. All’opera!”.
Pur con una guerra in atto, ricca di incognite paurose, anche l’anno scolastico 1944/45 iniziò, all’istituto magistrale arrivò il nuovo preside, che avrebbe guidato la scuola per molti anni e per essa si sarebbe prodigato nell’immediato dopoguerra; in una riunione, avvenuta il 10 febbraio 1945, in cui venne presa in esame la situazione delle scuole di Ferrara, dichiarò che “l’Istituto Magistrale non aveva bisogno di particolari cure edilizie”, per cui le lezioni potevano svolgersi… Ancora per poco: nel mese di marzo i locali vennero infatti requisiti, gli uffici e la Presidenza furono sfollati a Formignana.
Alla riapertura del nuovo anno scolastico molte cose erano cambiate: il provveditore Borzellino era stato rimosso, e sostituito dal provveditore reggente Antonio Villi, che nel convulso aprile ’45 era stato preside supplente al Carducci; il Comando Alleato aveva inviato ai presidi Direttive sull’Educazione, dove si sosteneva che la politica scolastica poteva rimanere uguale salvo che per la parte necessaria “ad alimentare il fascismo (nessuna cerimonia fascista sia celebrata, nessuna dottrina, rito o simbolo fascista sia diffuso e nessuna propaganda anti-Alleata sia fatta nelle scuole)”. Ogni Preside doveva segnalare al Provveditore gli insegnanti della sua scuola che “furono Squadristi Sansepolcristi, Ante-Marcia, Marcia su Roma o Sciarpa Littori e tutti gli Ufficiali della Milizia, come tutte le persone che parteciparono attivamente alla vita politica fascista o che beneficiarono per la loro adesione al partito” 45 e far pervenire la loro scheda personale.
Pare comunque che dei suddetti non ne fossero presenti all’istituto magistrale che, pur senza una propria sede, aveva come docenti titolari delle discipline di lettere, filosofia e matematica ancora nell’anno scolastico 1951/52 gli stessi dell’anno1936/37. Il preside reggente C. Varese poté quindi, nell’autunno 1945, impiegare tutte le sue energie per trovare i locali, le suppellettili ed il materiale scolastico per i 404 iscritti di quel primo anno di pace.